1. LA PUBALGIA
La pubalgia è una sindrome dolorosa che colpisce la sede inguinale e/o pubica sulla zona interna delle cosce. Alla base di questa patologia vi è sempre un sovraccarico funzionale dei muscoli adduttori della coscia associato a microtraumi ripetuti nel tempo. Ripetere costantemente alcuni gesti ed alcuni movimenti può portare alla lunga alla comparsa di questa problematica.
La pubalgia interessa sia atleti professionisti, che coloro che praticano attività sportiva a livello amatoriale. Gli sportivi maggiormente a rischio sono senza dubbio i calciatori, seguiti da coloro che praticano hockey, rugby e la corsa di resistenza. Tuttavia anche chi pratica sport come la pallanuoto, la pallamano o il basket, risulta a rischio.
In particolare chi pratica calcio è esposto al rischio di pubalgia per il fatto di compiere ripetutamente alcuni gesti tecnici come:
- cambi di direzione;
- tiri e passaggi;
- scatti;
- salti;
- contrasti;
- dribbling.
Altro fattore che incide pesantemente sulla comparsa di questa patologia è il fondo sconnesso su cui spesso si gioca. Inoltre il continuo atteggiamento iperlordotico al quale i calciatori sono costretti per esigenze legate alla loro disciplina sportiva non fa altro che aggravare il quadro clinico.
Esistono diverse tipologie di pubalgia, che variano in base alla causa scatenante, e che per facilità sono state suddivise in tre macro-aree:
- Tendinopatia inserzionale: sono quei casi in cui la pubalgia è causata da dei microtraumi a carico dei muscoli della coscia e dei muscoli addominali.
- Sindrome sinfisiaria: sono quei casi in cui la pubalgia è causata da dei microtraumi indotti dai muscoli adduttori che, non muovendosi in maniera bilanciata, producono uno squilibrio al bacino.
- Sindrome della guaina del retto addominale: la pubalgia è causata quando un calciatore compie un movimento che provoca una forte tensione nella muscolatura addominale, seguita da uno stiramento e una compressione del nervo perforante.