La tecnica.
La tecnica è definita come l’Insieme delle norme su cui è fondata la pratica di un’attività; è un elemento essenziale e imprescindibile per praticare qualsiasi sport.
Categoria: Running
Pubblicato il: 02 Dic, 2020
La tecnica.
La tecnica è definita come l’Insieme delle norme su cui è fondata la pratica di un’attività; è un elemento essenziale e imprescindibile per praticare qualsiasi sport.
La corsa.
La corsa è uno schema motorio di base regalato dalla natura. Nell’immaginario comune, è considerata come sport per tutti e di facile realizzazione ed è possibile praticarla senza alcun criterio tecnico.
Questo approccio non è sempre funzionale ad ottenere buone prestazioni e spesso porta a scontrarsi con spiacevoli infortuni.
La credenza più diffusa è che si debba correre sull’avampiede per avere una buona tecnica.
Per quanto l’avampiede abbia maggior capacità di spinta e di assorbire l’atterraggio rispetto al tallone, sforzarsi di correre sull’avampiede in modo innaturale, significa sovraccaricare le articolazioni del metatarso e i muscoli posteriori della gamba.
Correre in modo il più possibile fluido, naturale e rilassato è un presupposto fondamentale per evitare di peggiorare la prestazione o incappare in spiacevoli infortuni.
Per questo motivo cambiare la tecnica e lo stile di corsa di un runner è una faccenda assai delicata perché è facile passare da gesti rigidi e forzati.
È fondamentale automatizzare la postura e la tecnica prima in modo statico per poi applicare le correzioni gradualmente alla dinamica di corsa, adattando gli esercizi alle caratteristiche uniche di ogni individuo, isolando l’allenamento tecnico, evitando di mischiarlo alle sessioni dove ci si concentra su volumi e intensità.
Il primo passo per rendere più fluido ed economico il gesto della corsa è la consapevolezza di un “sistema corpo” che interagisce in maniera interdipendente e influisce sull’appoggio del piede.
L’allineamento posturale.
A partire dalla proiezione dello sguardo, passando dalla postura di spalle e scapole e allineamento del bacino, determineranno ad esempio se l’appoggio del piede sarà più avanzato rispetto al centro di massa o sotto il baricentro.
Un appoggio più avanzato attiverà maggiormente la catena muscolare anteriore della gamba, favorendo un appoggio di tallone perché l’angolo della caviglia sarà più chiuso.
Al contrario un appoggio più vicino al baricentro favorisce il rilassamento della caviglia e del ginocchio, invitando naturalmente ad appoggiare il piede verso la porzione anteriore.
L’appoggio sotto il centro di massa inoltre corrisponde al punto dove la capacità di spinta è massima e le forze di impatto e frenata sono minime.
La proiezione del baricentro.
E’ forse il tassello più difficile da inserire nel gesto di un runner ma è anche l’elemento chiave per ottimizzarlo, in quanto permette di risparmiare energia nelle gambe sfruttando la gravità, e riducendo la distanza tra l’appoggio del piede e il baricentro.
La traiettoria degli arti.
Anche la traiettoria degli arti influisce sull’appoggio. Accorciando le leve, cioè chiudendo l’angolo del gomito e alzando maggiormente il tallone e il ginocchio in fase di recupero, si ottimizza il dispendio energetico, si favorisce il rilassamento della caviglia e del ginocchio in fase di appoggio che sarà naturalmente più spostato verso l’avampiede.
La cadenza.
Una cadenza più alta e una lunghezza del passo più breve permettono, a parità di passo di corsa, di appoggiare il piede più vicino al baricentro, rendendo più fluida la dinamica del gesto.
Questi sono alcuni principi generali che ho potuto sperimentare durante la mia esperienza di corsa e di insegnamento della tecnica di corsa ma l’aspetto più importante riguarda il saper adattare la tecnica alle caratteristiche uniche di struttura e di stile di ogni individuo.
Angelo Colucci